La lavorazione della pelle: la fase di concia

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La lavorazione della pelle: la fase di concia

La concia o conciatura della pelle è il trattamento a cui viene sottoposta la pelle al fine di conservarla e lavorarla: nelle concerie la pelle grezza degli animali (che è soggetta con il passare dei giorni alla putrefazione) viene trasformata in CUOIO e resa impermeabile e imputrescibile, oltre che più resistente e flessibile attraverso una serie di operazioni chimiche e meccaniche e trattamenti con sostanze di origine animale o vegetale.

Il processo conciario è piuttosto lungo e complesso, può durare anche diverse ore e può essere suddiviso in 3 grandi fasi: CONCIA, RICONCIA e RIFINIZIONE. Ciascuna di esse prevede varie fasi con scopi specifici. Ci sono poi delle fasi preliminari, ancora antecedenti alla concia, che servono a bloccare i processi di degradazione cui sono naturalmente soggette le pelli fresche degli animali: questa prima fase di CONSERVAZIONE consiste nel rendere impossibile all'interno della pelle lo sviluppo di batteri e microorganismi responsabili dei processi putrefattivi.

Vi sono vari metodi e i più comuni sono due:

  • SALATURA: la pelle viene trattata con sale comune (cloruro di sodio, NaCl) di origine marina o minerale. È un processo molto efficiente ed economico, ma altamente inquinante, soprattutto per le acque. È adatto soprattutto per pelli di spessore elevato, come le pelli bovine, perché il sale penetra rapidamente nell'intero spessore.
  • ESSICCAMENTO: dalla pelle viene eliminata quanta più acqua è possibile, fino a creare condizioni inadatte alla vita dei microorganismi. Questo metodo non è dannoso per l'ambiente ma tuttavia adatto solo per pelli sottili (come quelle ovine e caprine).

Altri sistemi di conservazione, tra cui la conservazione con il freddo, sono molto meno comuni per limiti di costi e tempi.

Per quanto riguarda il processo conciario vero e proprio poi, esistono vari tipi di concia e quelli più diffusi sono la concia al CROMO (che utilizza il cromo trivalente, che dà al pellame un colore azzurro chiaro) , la concia VEGETALE (che utilizza il tannino, estratto dagli alberi) e la concia MINERALE (che utilizza composti minerali come sali di cromo, di alluminio, di zolfo o silice).

È una delle attività umane più antiche, risalente già alla preistoria, quando gli uomini cacciavano e allevavano animali e dovevano trovare il modo di rendere le loro inalterabili al variare delle temperature (il freddo le irrigidiva e il caldo le portava alla putrefazione). Iniziarono quindi ad essiccarle o ad usare oli e grassi che per renderle più flessibili e resistenti.

Si tratta di un processo importante anche a livello ecologico, in quanto permette di recuperare e nobilitare un sottoprodotto dell'industria alimentare, che altrimenti andrebbe smaltita o peggio ancora seppellita, destabilizzando l’ecosistema.

Oggi l’attività conciaria è molto diffusa, avviene con varie tecniche ed è ancora svolta in maniera artigianale, seppur le grandi industrie e concerie impiegano grandi macchinari e prodotti chimici più specifici.


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