Quando l'arredamento incontra l'arte: la POLTRONA PROUST di Alessandro Mendini

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Quando l'arredamento incontra l'arte: la POLTRONA PROUST di Alessandro Mendini

Un oggetto di arredo come espressione di sensazioni letterarie e tecniche pittoriche: è questa l'idea che aveva in mente il celebre designer italiano Alessandro Mendini (1939-2019) quando ha progettato la poltrona Proust.

Secondo Mendini, esponente di spicco del design postmoderno, tutto era già stato inventato e ciò che resta da fare è solo una rivisitazione di oggetti preesistenti. 
Durante un viaggio in Veneto rimase colpito da una poltrona in stile settecentesco, decorata e rivestita con un motivo ispirato ai quadri di Paul Signac (fondatore, insieme a Seuraut, del movimento artistico del Puntinismo): da qui l'idea di realizzare una finta poltrona barocca, trasformata e rinnovata con riferimenti letterari e citazioni pittoriche, richiami inseriti nella struttura (legno) e nel rivestimento (tessuto). 

Realizzata nel 1978 e rivestita con un tessuto ispirato alla tecnica pittorica del Puntinismo, la poltrona Proust fu realizzata nei successivi 10 anni in soli 15 pezzi (alcuni di essi firmati personalmente da Mendini), oggi tutti pezzi da collezione (in mano a provati o musei di tutto il mondo).
Dopo una breve interruzione, nel 1989 è ripresa la sua produzione, sempre sotto la supervisione di Mendini: tutte le poltrone sono realizzate su ordinazione e dipinte a mano.

Ne esistono poi diverse varianti di produzione industriale, ad esempio quella di Cappellini, che dal 1993 ne produce una versione con struttura in legno scolpito e decorato a mano, ma rinnovata nei rivestimenti, in tessuto di cotone stampato proposti nelle varianti multicolor azzurro/grigio/giallo e nero/verde/rosso. 

La popolarità della Proust è legata soprattutto alla sua versione outdoor, progettata da Mendini per Magis: monocromatica e in materiale plastico, è pensata specificamente per l'esterno (tra seduta e schienale è presente infatti una piccola fessura per lo scolo dell’acqua piovana). 

Una poltrona originale e nuova dunque, ma fortemente intrisa di richiami al passato e proprio per questo battezzata col nome del celebre scrittore francese Marcel Proust, secondo il quale 
“La realtà si forma soltanto nella memoria”. 

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